sabato 16 dicembre 2006

preferisco le macchine biologiche, ovvero le mani,il cuore,la mente.
scusate ma sono uno di quelli che preferisce il suono dinamico,
suonato, non artificiale.

Insomma credo, e da ex dj posso parlare con cognizione di causa, che
il vero musicista sia colui o colei che non assembla ma crea dal
nulla. (e non venitemi a parlare di un dio qualunque per questo) un
campionatore ha bisogno di una mano che taglia e cuce,sul lavoro fatto
da altri, un pianoforte, un sax, una chitarra, sono altre cose.

Per questo e non per senilità incipiente continuo a vedere concerti,
avete mai visto la differenza tra un gruppo di gente che suda sul
palco e l'algida posa dei gruppi sul palco e la loro fissità
monocromatica sugli schermi da 15 inch dei portatili?
Avete mai fatto
caso alla differenza tra un Kraftwerk e gli ambient-alisti odierni?
Sempre elettronica è, ma una con è l'anima e gli altri solo piacevole
ascolto, pur con bravura, ma senza la scia dei veri maestri
del suono.
Ne ho visti tanti on stage, ma lo spettacolo dov'è? Tanto
vale starsene borghesemente in cuffia magari in poltrona.

"non musicista", gran bella autodefinizione,
un conoscitore ricorderà come essa sia stata coniata da Brian
Eno, uno dei miei riferimenti totali, assoluti.
dal glam dei Roxy Music alle registrazioni dei
suoni dei formicai ed oggi alle suonerie dei Nokia, sembrerà strano
ed una svendita del genio alle multinazionali ma per uno sperimentatore
non è così, a mio parere.
E' sempre stato avanti di un palmo, ed anche
il termine di "Ambient" è suo, da "Music for films" e "Music for
airports" fino alle videoinstallazioni con laser, ha sempre usato la
tecnologia più avanzata per creare impatti sonicovisivi di assoluta
suggestione.
Liberarsi dal cd e dai vari supporti fisici per
abbracciare l'evanescenza di una immersione nella totalità del suono è
quanto di meglio si possa immaginare, un giorno non ci sarà bisogno di
comprarsi i costosi oggetti nelle rivenditorie di musica, ma l'avremo
intorno a noi come un aura che ci avvolgerà, mentre passeggiamo
per le strade del centro, magari tagliando fuori i suoni del mondo che
ci circonda. tutto frutto di un oggettino leggerissimo e potentissimo
che porteremo alla cintola. I Kraftwerk sono dei catastrofisti della
tecnologia, nel senso che mettono in guardia dagli abusi del potere
che può sfruttarla a fini di potere e distruzione.meritano i più grandi elogi,
come pionieri.
Discorso a parte
merita il vinile, oggetto ricco di fascino ed oggetto di culto ed
affezione, con un che di sacrale, nella sua splendida artigianità, che
richiedeva attenzione nell'uso e concentrazione dell'ascolto.
Senza
parlare poi, dell'evento che costituiva una nuova uscita delle nostre
band preferite, era arte nelle copertine, ed i migliori grafici e
fotografi hanno creato dei veri quadri,insomma la si studiava nei
minimi particolari, la si girava infinite volte con un piacere quasi
fisico, un coinvolgimento ed un amalgama dei sensi.
i campionatori sono ottimi
strumenti, io punto l'indice sull'uso anzi l'abuso da parte di
molta gente che poi hanno la presunzione di elevarsi a musicisti,
solamente sostituendo le basi etc. Cosa che fece con maestria ed in
modo eccezionale Grandmaster Flash con la sua "Wheels on steel" ma non
va bene che dopo decenni si faccia ancora queste cose, subentra la
noia e non si crea, si copia. In questo modo si rischia
l'atrofizzazione dei neuroni, invece si deve farli lavorare, e sodo.
Abbracci.