da notare la presenza del grandissimo chitarrista Steve Hunter colui che ci incantò con i suoi assoli sul memorabile "Rock'n Roll animal". Uno dei miei dischi preferiti in assoluto di tutti i tempi.



Roberto Agostini fotografo.
Se eri un bambino negli anni 50, 60 e 70
Come hai fatto a sopravvivere ?
1.- Da bambini andavamo in auto che non avevano cinture di sicurezza né airbag...
2.- Viaggiare nella parte posteriore di un furgone aperto era una passeggiata speciale e ancora ne serbiamo il ricordo.
3.- Le nostre culle erano dipinte con colori vivacissimi, con vernici a base di piombo.
4.- Non avevamo chiusure di sicurezza per i bambini nelle confezioni dei medicinali, nei bagni, alle porte.
5.- Quando andavamo in bicicletta non portavamo il casco.
6.- Bevevamo l'acqua dal tubo del giardino, invece che dalla bottiglia dell'acqua minerale...
7.- Trascorrevamo ore ed ore costruendoci carretti a rotelle ed i fortunati che avevano strade in discesa si lanciavano e, a metà corsa, ricordavano di non avere freni. Dopo vari scontri contro i cespugli, imparammo a risolvere il problema. Si, noi ci scontravamo con cespugli, non con auto!
8.- Uscivamo a giocare con l'unico obbligo di rientrare prima del tramonto. Non avevamo cellulari... cosicché nessuno poteva rintracciarci. Impensabile.
9.- La scuola durava fino alla mezza, poi andavamo a casa per il pranzo con tutta la famiglia
(si, anche con il papà ).
10.- Ci tagliavamo, ci rompevamo un osso, perdevamo un dente , e nessuno faceva una denuncia per questi incidenti. La colpa non era di nessuno, se non di noi stessi.
11.- Mangiavamo biscotti , pane olio e sale, pane e burro, bevevamo bibite zuccherate e non avevamo mai problemi di soprappeso, perché stavamo sempre in giro a giocare...
12.- Condividevamo una bibita in quattro... bevendo dalla stessa bottiglia e nessuno moriva per questo.
13.- Non avevamo Playstation, Nintendo 64, X box, Videogiochi, televisione via cavo con 99 canali, videoregistratori, dolby surround, cellulari personali, computer, chatroom su Internet... Avevamo invece tanti AMICI.
14.- Uscivamo, montavamo in bicicletta o camminavamo fino a casa dell'amico , suonavamo il campanello o semplicemente entravamo senza bussare e lui era lì e uscivamo a giocare.
15.- Si! Lì fuori! Nel mondo crudele! Senza un guardiano! Come abbiamo fatto? Facevamo giochi con bastoni e palline da tennis , si formavano delle squadre per giocare una partita; non tutti venivano scelti per giocare e gli scartati dopo non andavano dallo psicologo per il trauma.
16.- Alcuni studenti non erano brillanti come altri e quando perdevano un anno lo ripetevano. Nessuno andava dallo psicologo, dallo psicopedagogo, nessuno soffriva di dislessia né di problemi di attenzione né di iperattività; semplicemente prendeva qualche scapaccione e ripeteva l’anno.
17.- Avevamo libertà, fallimenti, successi, responsabilità ...
e imparavamo a gestirli.
La grande domanda allora è questa:
Come abbiamo fatto a sopravvivere ? ed a crescere e diventare grandi ?.
4 commenti:
Lou Reed è della stessa razza di Keith Richards. E neanche meno stravagante rispetto al guitar dei Rolling. Caso mai più discreto e meno enfatico nelle sue trasgressioni, ma nei contenuti allo stesso pari di Keith. Stessi colori di guerra, per dirla con Sergio Rubini che non centra un cazzo, ma non è colpa mia se in Amnèsia rifila questa battuta ad Abatantuono e piacendomi la faccio mia. Sono cresciuto a piada e Lou Reed, so tutto di lui e trovo che abbia scritto canzoni fantastiche, a cominciare dall'inno dei tossici "Prefect day". Però alla fine mi dico: la voce è quasi sempre quella, la chitarra non è certo quella di Clapton o Knoffer. Mi viene il dubbio che Reed abbia saputo vendersi molto bene anche a livello d'immagine e abbia adottato, o chi per lui, un ottimo marketing personale. Come in Trainspotting viene ricordato che ha fatto cose egregie, sempre nello stesso film viene sottolineato che non è stato sublime. Silenzioso quanto basta per chiedersi cosa starà facendo, calibra la sua immagine in cameo dorati in alcuni film. Il più bello è certamente quello dove compare con gli occhiali senza lenti, Blue In the Face, dove si rivolge alla cinepresa e s'introietta in un discorso alla Jim Jarmusch, altro soggetto che si presta per un altro cameo sempre nello stesso film dal cast urlante ma non bellissimo, anzi alla fine carino e basta. Ebbravo Roby che ti giri i concerti per l'Italia con Nico, non dei Velvet e amica di Andy Wharol, il "figlio" illegittimo e minore di Jean-Michel Basquait. Una chicca per chi non lo sapesse. Tutte le canzoni che formano il disco "The Velvet Underground & Nico", sono state registrate in due soli giorni in un decrepito studio di New York, lo Scepter Studios, nell'aprile del 1966. Le incisioni vennero finanziate da Warhol (che dipingeva su tele impregnate di urina di latino-americani) e dalla Columbia Records, che si interessò con la speranza di poter vendere il prodotto ad un'altra compagnia. Dell'album, Brian Eno, disse: "Solo duemila persone comprarono Velvet Underground & Nico, ma finirono tutti per fondare un gruppo".
Ciao Roby, ciao Nico, ciao MaTt.
Matteo caro, cosa dire se non che l'esimio Lou (a Roma lo chiamiamo il "lurido", amichevolmente s'intende...)
sono cresciuto con lui,Jimi e Miles, spaziando da Antony Braxton ai Devo, scavalcato muri per vedere i ramones, ascoltando per mesi di fila il piano di Jarrett, andato a sdraiarmi in piazza per meglio ascoltare i Gong dal vivo e rimescolato i sensi per i Weather Report, e sono andato a Berlino per David Bowie, camminando rasente il muro senza sapere che lo fosse.
Ho corso tra i lacrimogeni nel 1975 al palasport senza nemmeno averlo visto salire sul palco, l'ho rivisto alle cascine di Firenze ed al Circo Massimo a Roma, sono andato a Bologna nel 1993 per la reunion dei Velvet Underground, senza la Nico (la chanteuse) che avevo già ammirato due volte qui in due teatri in differenti periodi
prima che cadesse dalla bicicletta, fumava un paio di pacchetti di marlboro a serata...
Mi mancava sempre quel "Berlin" che ho ammirato l'altra sera in piazza Grande, mentre si dilatavano le note di Sad song tra le antiche pietre aretine, sentivo un calore agli occhi, poi sono tornato tra le braccia della mia Nicostella con tanti ricordi che condivido qui con te e tutt* coloro che passeranno di qui. Passaggi nella Storia, appunti di vita. non lasceremo mai il lato selvaggio, proprio non è possibile.
Io mi sono massacrtao in 4 anni (dal 1979 al 1983) per errori di vene commessi in gioventù. Come fa questa gente, come Lou Reed, a reggere così tanti anni? Dite che i soldi siano la risposta che sbaraglia ogni dubbio per far spazio ad ogni verità? Mah...
Matt
Caro mat, non conosco queste situazioni personalmente, quindi non mi ci avventuro altrimenti direi cavolate...
senz'altro Lou ha passato momenti bui, ed il fatto che sia arrivato a quell'età ancora sul palco è una cosa che dovrebbe essere da stimolo per chiunque, oltre che una speranza per tutti.un abbraccio.
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