Kings of leon - Because of the times
Si dice spesso che il rock è morto, ed è vero. Ma ogni tanto risuscita e lo fa in maniera splendida. Come nel caso di questo album, davvero imperdibile. Originale, elettrico, appassionato e rumoroso quanto basta per essere annoverato tra le ipotesi del rock possibile di oggi.
The Who - Endless Wire
Ci hanno messo una vita ma ce l’hanno fatta e nel 2007 Townshend e Daltrey hanno prodotto un altro disco degli Who con materiale nuovo, il primo dopo venticinque anni. Certo, non ci sono Moon e Entwistle, ma gli Who non fanno finta di nulla: suoni nuovi, canzoni nuove e un disco che merita di essere riascoltato più volte.
Arcade Fire - Neon Bible
Splendidi, misteriosi, affascinanti. Gli aggettivi si possono sprecare, e nessuno sarebbe mai perfetto per descrivere la musica di questa curiosissima band, che suona in perfetta sintonia con i nostri tempi. Un capolavoro, sotto ogni punto di vista.
Radiohead - In rainbows
Hanno fatto un salto in avanti verso il futuro sia in termini musicali che in termini produttivi. E il risultato di questo balzo è eccellente. Tra rock, elettronica e invenzioni.
Devendra Banhart - Smokey rolls down thunder canyon
Quinto album per questo cantautore freak folk, con la collaborazione di ospiti di riguardo e un pugno di canzoni di gran bella fattura. Canzoni sentimentali, esperimenti soffici, in bilico tra passato e presente.
Ry Cooder My name is Buddy
Difficile non amare Ry Cooder, il suo universo sonoro, le storie che sa raccontare come nessun’altro, il suoi album fatti di materia viva, di sostanza “analogica”, di vita e di sogni.
Arctic Monkeys - Favourite Worst Nightmare
Il disco con il quale, se ce ne fosse stato bisogno, gli Arctic Monkeys hanno confermato, senza ombra di dubbio, di essere una delle più belle realtà del rock britannico dei nostri giorni.
Feist - The remainder
Folk? Country? Tin Pan Alley? Indie Rock? un po’ di tutto nel fantasioso songwriting di Leslie Feist, raccolto in un album che fa piacere ascoltare, che non annoia, colpisce il cuore e il cervello.
Neil Young - Chrome Dreams II
Lo abbiamo già detto e lo ripetiamo di nuovo: basterebbero i diciotto minuti e tredici secondi di “Ordinary People” a motivare l’acquisto di questo cd. Neil Young al meglio della sua forma, sia in versione elettrica che acustica.
Lcd Soundsystem - Sound of silver
Elettronica certo, ma non di quella usa e getta, non di quella fatta in serie, non di quella priva di cuore, anima e ingegno. Citazioni continue dei maesti (da Eno a Bowie ai Talking Heads, ai Kraftwerk), groove imbattibili, e una forza espressiva non comune.
Robert Plant e Alison Krauss - Raising Sand
Un duo inimmaginabile, il re del rock blues britannico con la principessa del country americano. E un risultato splendido, un disco da amare, canzoni che si muovono con leggerezza tra estremi opposti. Non è rock, non è country.
Amy Winehouse - Back to black
Se ne parla troppo e questo non la rende simpatica. E’ l’alternativa “junkie” a Paris Hilton e questo non depone a suo favore. Ma è brava, e il disco rende giustizia al suo straordinario stile vocale.
Aqualung - Memory Man
Immeritatamente privi di successo, gli Aqualung (in realtà un uomo solo al comando, Matthew Hales, da Southampton) sono i beniamini degli autori di serial tv (canzoni loro sono ovunque, da Csi a Grey’s Anatomy). E l’album è un gioiello.
Editors - An end has a start
Suono dominato dalla chitarra, atmosfere che richiamano la new wave e il dark, un cantante molto impostato ma con uno stile personale, e una vena melodica che si sposa ottimamente con l’elettricità del suono.
Wilco - Sky Blue Sky
Imperdibile, perfetto, ricco di grandi atmosfere, di bellissime canzoni. Definirlo “alt-country” è inutile perché i Wilco sono arrivati finalmente altrove con un album ineccepibile.
Patti Smith - Twelve
Una grande autrice può interpretare le canzoni degli altri e farle proprie. E Patti Smith ha deciso di celebrare la storia del rock con una collana di perle.
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