domenica 22 aprile 2007

Saluto il ritorno in video di Enzo Biagi. Avercene, di persone così.



Torno in tv dopo un intervallo durato cinque anni: insormontabili ragioni che chiamerò tecniche mi hanno impedito di continuare il mio programma. Sono contento, perché alla mia rispettabile età c’è ancora chi mi dà una testimonianza di fiducia e mi offre lavoro. Ma non voglio portar via il posto a nessuno: non debbo far carriera, e non ho lezioni da dare. Voglio solo concludere un discorso interrotto con i telespettatori, ripartire da dove c’eravamo lasciati e guardare avanti.
Quante cose succedono intorno a noi. Cercheremo di raccontare che cosa manca agli italiani e di che cosa ha bisogno la gente. Fra poco sarà il 25 aprile. Una data che è parte essenziale della nostra storia: è anche per questo che oggi possiamo sentirci liberi. Una certa Resistenza non è mai finita.
C’è sempre da resistere a qualcosa, a certi poteri, a certe promesse, a certi servilismi. Il revisionismo a volte mi offende: in quei giorni ci sono state anche pagine poco onorevoli; e molti di noi, delle Brigate partigiane, erano raccogliticci. Ma nella Resistenza c’è il riconoscimento di una grande dignità.
Cosa sarebbe stata l’Italia agli occhi del mondo? Sono un vecchio cronista, testimone di tanti fatti. Alcuni anche terribili. E il mio pensiero va ai colleghi inviati speciali che non sono ritornati dal servizio, e a quelli che speciali non erano, ma rischiavano la vita per raccontare agli altri le pagine tristi della storia. I protagonisti per me sono ancora i fatti, quelli che hanno segnato una generazione: partiremo da uno di questi, e faremo un passo indietro per farne un altro, piccolo, avanti. Senza intenzione di commemorarci.
Enzo Biagi

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Dire che Enzo Biagi è come il vino, più invecchia e più migliora, è banale. Quindi non lo scrivo. Mentre lo guardavo nel suo programma nuovo, pensavo se Mister Bean patisse ora qualche senso di colpa, dopo il suo diktat bulgaro. Ma non penso. Molto intenso e vissuto l'incontro col giovane scrittore coraggioso napoletano Roberto Saviano, autore del libro Gomorra, dove analizza allo spacca capello la vita di chi è costretto a vivere a gomito con la camorra. Sono persone, Saviano, che ti offrono quel punta di coraggio in più nel non tirarti mai indietro e dare quello che riesci a dare. Bella storia del salto avanti e indietro, Roby. Balliamo un "Time warp" di Transilvania memoria?

Beso, MaTt.

Roberto Agostini ha detto...

grande matteo, sempre puntuale, incisivo nelle tue considerazioni che spesso sono anche le mie.
besos!